sabato 4 luglio 2009

Pretendi di non implorare ciò che ti viene di diritto


Vicenza è un territorio già fortemente militarizzato,
ma è una città che sta provando a reagire.

Oggi è 4 Luglio, il giorno in cui gli Stati Uniti d'America festeggiano
la festa dell'indipendenza delle 13 colonie dalla Gran Bretagna,
avvenuta nel 1776.
Il 4 Luglio 2009 è anche il giorno della grande mobilitazione della città berica per rivendicare la propria indipendenza dalle servitù militari.

L'ampliamente della base Dal Molin dovrebbe avvenire in quell'angolo verde incastonato tra Vicenza e Caldogno attraversato dal fiume Bacchiglione dove, fino a pochi anni fa, i ragazzini passavano le loro estati in riva alle placide acque del fiume. In questo territorio ricco d'acqua gli statunitensi hanno progettato una nuova installazione militare per riunificare la 173° Brigata Aerotrasportata e trasformarla nella più potente unità da combattimento schierata all’esterno dei loro confini.
A pagare gran parte del conto sono chiamati i contribuenti che non solo sostengono il 41% delle spese di stazionamento delle truppe statunitensi in territorio italiano, ma che devono anche finanziare le opere infrastrutturali accessorie all’installazione militare, come strade, reti fognarie e elettriche. A dare il via libera definitivo è stato il governo presieduto da Romano Prodi, il 16 gennaio 2007.
Il 17 febbraio 2007, 150 mila donne e uomini circondavano in un abbraccio colorato e rumoroso le mura cittadine, dichiarando collettivamente di voler resistere un minuto in più di coloro che vogliono imporre il progetto militare a una città che pretende di scrivere di proprio pugno il copione su cui progettare il domani dei propri figli. Alla grande manifestazione del 17 febbraio 2007 seguono manifestazioni e azioni dirette. Il sindaco Achille Variati propone al Consiglio comunale un nuovo ordine del giorno sul progetto e promuove una consultazione popolare per dar voce alla cittadinanza. Ma la consultazione popolare viene annullata, quattro giorni prima del suo svolgimento, dal Consiglio di Stato, che accoglie un ricorso presentato dai favorevoli al progetto statunitense e, di fatto, dichiara l’installazione militare tematica al di fuori della dialettica democratica. Il Questore definisce, a tutt'oggi, un'associazione per delinquere i cittadini che si oppongono alla base.

Tutto questo è simbolo del vergognoso servilismo italiano nei confronti degli Stati Uniti.

Tutto questo è il prezzo per la sottomissione eterna che abbiamo accettato in cambio della "liberazione".

Tutto questo sta a dimostrare quanto, negli anni passati, siamo stati in grado di svendere la nostra Patria, la nostra terra, al "mito" statunitense. E ancora oggi, rimango allibito, di come qualcuno possa essere favorevole ad allargare una base militare che gli Stati Uniti utilizzeranno come strumento di offesa verso altri popoli. Come possiamo poi considerarci una nazione libera e pacifica? Penso sia assurdo che dopo più di 60 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, esistono ancora delle basi militari del genere (che sono territorio americano!!) sul suolo italiano.

A che titolo permettiamo ciò?

«Bisogna trovare la forza di cambiare. Ora. O mai più.»
(Roberto Saviano)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

condivido in pieno il tuo pensiero..

via il piede straniero dal territorio italiano!

Anonimo ha detto...

...perchè l'apparenza vale sempre più della sostanza...
dire "ci hanno liberati dai fascisti" suona positivo,e nessuno pensa che in realtà è "esserci sottomessi a vita agli Stati Uniti"..
(e se ancora oggi festeggiamo questa LIBERAZIONE, probabilmente ne siamo anche "fieri"...beata ignoranza...e allora ci sta bene che si prendano anche il nostro territorio..l'abbiamo voluto e continuiamo a volerlo noi)

Anonimo ha detto...

Prologo dell’adunata all’Aquila dei 7 morti viventi. A Vicenza le ronde in divisa di Manganelli massacrano di botte chi vuole sottrarre la città al ruolo di bunker di stragisti planetari. Manifestare è sovversivo e antidemocratico.
A Torino il terrorismo di Stato marca Maroni-Alfano-De Gennaro incarcera 21 manifestanti contro l’adunata dei manipolatori G8 della conoscenza. Manifestare è criminoso.
A Tehran viene scatenata la sedizione vandeana di manifestanti innescati e diretti dall’imperialismo e dal necrocapitalismo contro la sovranità e l’autonomia del paese. Manifestare è nobile e giusto.
Nello Xinjang, Cina, pogrom dei musulmani secessionisti sul modello dei monaci fascisti tibetani: assalti, incendi, devastazioni, omicidi. Anche questo è nobile è giusto.
Sono nobili e giusti tutti coloro che hanno la loro rappresentanza estera e i conti in banca a Washington. Per essere delinquenti basta non averli e non volerli. Così i media e tutta la politica italiana. Così le consorterie degli pseudomarxisti. Vi vengono le vertigini?

(da Mondocane di Fulvio Grimaldi)