venerdì 26 giugno 2009

Consuetudo Serviendi - L'abitudine di Servire


Multos annos regnare meditatus,
magno labore, magnis periculis, quod cogitarat effecerat.
Muneribus, monumentis, congiariis,
epulis multitudinem imperitam delenierat.
Suos praemiis, adversarios clementiae specie devinxerat;
quid multa?
Attulerat iam
liberae civitati
partim metu,
partim patientia
consuetudinem serviendi.

Non aveva avuto per molti anni altra ambizione che il potere,
e con grandi fatiche e pericoli l'aveva realizzata.
La moltitudine ignorante se l'era conquistata
coi doni, le costruzioni, le elargizioni di viveri e banchetti.
I suoi li aveva acquistati con premi,
gli avversari con manifestazioni di clemenza,
insomma aveva dato ad una città,
ch'era stata libera,
l'abitudine di servire,
in parte per timore,
in parte per rassegnazione.

lunedì 22 giugno 2009

Questo è un luogo dove si esercita la democrazia!


Salve ragazzi,
come ho avuto occasione di vedere dai blog di alcuni amici (e la stessa cosa noto anche per me), ultimamente, la grafofilia è di moda.
Come tutti ben sapete, si sono appena conclusi i due-giorni della tornata referendaria, ancora una volta terminata senza che il raggiungimento del quorum potesse dare glorie e delusioni a vincitori e sconfitti e riuscisse a scuotere questo clima di immobilità che fa comodo solo a chi cerca di conservare il proprio status quo.

Referendum ... quorum ... status quo

Penso che chiunque si sarebbe meravigliato nel vedere una così bassa affluenza alle urne, tale da non arrivare neanche al 14% nella nostra Grottaminarda.
Aldilà delle modifiche proposte ai testi di questo referendum (possibili attenuanti per giustificare le bassissime percentuali di affluenza in tutta Italia), volevo far notare che dal 1946 sono state ben 64 (in media più di una all'anno) le deleghe di decisione che sono state sottoposti al vaglio della popolazione, dove solo 23 hanno visto il raggiungimento del quorum. Ciò significa che i nostri soldi, che sono stati spesi per tutti gli altri 41 referendum, sono stati soldi buttati.

Mi dispiace tantissimo notare come sia caduto in disuso l'esercizio della nostra democrazia, come siamo riusciti a disabituarci a pensare, a ragionare, a essere capaci di scegliere.
Ritengo solo che tutto questo nostro disinteressamento verso il nostro futuro non ci faccia per nulla onore, e
vorrei ricordare agli
  1. astenuti convinti e contenti,
  2. astensionisti tattici,
  3. astensionisti strategici
che
  1. la Repubblica, in Italia, non è stata conquistata certo con l'astensionismo, in quell'ormai lontano 2 Giugno 1946,
  2. se volessimo prendere esempio, in tema di votazioni referendarie, da due popoli che sono considerati tra i più liberi e civili al mondo, dovremmo abolire l'obbligo di raggiungimento del quorum per i referendum (vedi Svizzera e Stati Uniti D'America).
Come al solito, a voi le conclusioni.

«Se la libertà significa qualcosa, allora significa
il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire
(George Orwell)

venerdì 19 giugno 2009

Viale Ceccarini .. tra Cactus e Fichi d'India..


Ragazzi,
sono rimasto più che sconcertato l'altro giorno nel sentire
il (purtroppo anche nostro, sì) sindaco Ianniciello,
che nel discorso di ringraziamento al Popolo Grottese, ha ribadito la sua volontà di distruggere quel poco che resta della nostra amatissima Grottaminarda.

Dopo le innumerevoli cattedrali nel deserto create nella nostra
città dei "servizi" (???),
ha ritenuto opportuno ribadire la promessa fatta nei confronti dei cittadini di attuare la
zona pedonale
su corso Vittorio Veneto.

Evidentemente:
* o non vuole ascoltare la risposta delle cabine elettorali direttamente interessate a questa sua proposta (vedi risultati sez. 1 e sez. 2);
* o non gli interessa ascoltare il consenso/dissenso della popolazione, ma fare (come sempre) da podestà irrevocabile e senza consulta.
Ritengo che sia di facile conclusione che il minor successo in queste due sezioni non sia certamente dovuto al ritardo della minacciata zona pedonale, ma forse ad un aperto dissenso su questa "sua" ulteriore "grande opera".

A questo punto mi sono ovviamente chiesto:
a chi gioverebbe un'opera del genere?
cosa ci sarebbe da vedere lungo il Corso, se non ruderi e cantieri?