mercoledì 27 gennaio 2010

Se questo è un uomo..


« Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per un pezzo di pane,
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli
o vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi. »

(Primo Levi)

mercoledì 13 gennaio 2010

Città di Partenope, comunità virtuosa.


Intorno al nome di Città di Partenope si stanno radunando a Napoli molti professionisti, imprenditori, giornalisti, studenti, professori. Più che dare vita a un’associazione o lanciare un movimento d’opinione, piace l’idea di rifondare una città e di tracciare linee di confine. Seduce il progetto di lasciare fuori non solo camorra e microcriminalità, ma anche volgarità e malcostume, il sottobosco di giovani sfaccendati e pronti a delinquere, i tanti che sono tolleranti e che giustificano sempre chi non rispetta le regole.
Che cos’è in definitiva Città di Partenope? E’ la voglia di distinguersi da tutto questo e di riprendersi in mano il proprio destino, di gridare forte contro chi ha rovinato Napoli: “Se quelli sono napoletani, allora noi siamo partenopei”. E’ il nome perfetto di un’idea, perché dà il senso di un'identità diversa, perché fa sentire l’orgoglio di provenire da una storia antica.
Città di Partenope è un’identità. E’ un vestito messo addosso a un sentimento. Esiste già nel cuore di migliaia e migliaia di persone. Per questo coinvolge, contagia, calamìta, avvince.
Noi cittadini di Partenope intendiamo sviluppare la cultura civica, il senso della legalità e dello Stato e abbiamo l’ambizione d’incidere sulla vita cittadina attraverso iniziative concrete. Chi entra nella Città e si unisce al nostro impegno, viene iscritto di diritto nell’ “anagrafe comunale” di Partenope. Tutti gli iscritti vengono automaticamente riconosciuti non come soci ma come “cittadini”, ricevono non una tessera ma una “carta d’identità”. L’unico ma vincolante impegno per chi vi aderisce è quello di sottoscrivere e osservare il codice etico della Città. Una specie di galateo nel quale riconoscersi tutti.
In questo modo vogliamo anche riconquistare regole minime di convivenza.
Un esempio? “Non tradire mai un’attesa, né deludere chi ti ha dato fiducia” ma anche “se per strada hai una carta da gettare, mettila in tasca finché non incontri un cestino”.
Comportamenti elementari - come si vede - che già ci appartengono, ma che la quotidianità convulsa nella quale viviamo ci porta a volte a trascurare.

Regole del Cittadino Partenopeo
  • Non tradisco mai un’attesa
  • Non deludo chi mi dà fiducia
  • Penso alla mia città come fosse il mio salotto e ne ho cura come ho cura per casa mia
  • Mi impegno a fare la raccolta differenziata e ne parlo con i miei conoscenti
  • Rispetto ogni tipo di fila ed attendo pazientemente il mio turno
  • Non passo con il rosso né da pedone né da automobilista
  • Non parcheggio in seconda fila né sui marciapiedi
  • Non parcheggio sulle strisce pedonali o al posto dei disabili e dove più in generale vige il divieto
  • Nei mezzi pubblici faccio accomodare chi è più anziano di me e lascio uscire prima di entrare
  • Non alzo la voce per strada
  • Metto il casco o inserisco la cintura e mi preoccupo allo stesso modo dei passeggeri
  • Non lascio sporcizia dopo aver portato a spasso il cane
  • Non butto nulla per terra, né in mare
  • Attraverso sulle strisce pedonali e non dove capita
  • Aiuto gli altri cittadini in difficoltà e non giro le spalle davanti a episodi di inciviltà o di criminalità
  • Non giustifico nessuna forma di violenza
  • Reagisco ad ogni tipo di illegalità che passa sotto i miei occhi, segnalando ai cittadini e alle forze dell’ordine quello che vedo
  • Voto sempre chi merita fiducia e non chi ricopre solo i miei interessi personali
  • Parlo bene di napoli agli altri, promuovendo la sua bellezza, la sua storia, la sua cultura
  • Sorrido a chi mi sta intorno perché voglio che la mia città sorrida
Regole dell’Impresa Partenopea
  • Coltivo con cura e con cortesia le mie relazioni con il cliente
  • Rilascio sempre scontrino, ricevuta fiscale o fattura, anche se il cliente non ne fa esplicita richiesta
  • Rispetto le regole che la legge impone alle aziende per lo smaltimento dei rifiuti
  • Rivolgo attenzione e cortesia ai turisti, dedicandomi alla loro soddisfazione e facendoli sentire a casa
  • Osservo attentamente la regolamentazione in materia di sicurezza del lavoro
  • Mi impegno a fare del mio meglio per eliminare le barriere architettoniche all'interno del mio esercizio
  • Mi avvalgo di collaboratori nel rispetto delle norme vigenti
  • Lavoro al continuo miglioramento per la soddisfazione dei miei clienti e per l’evoluzione della mia impresa e dei lavoratori che ne fanno parte
  • Rispetto pienamente e tempestivamente i patti concordati con clienti e fornitori
  • Mi accerto della provenienza della merce che acquisto e vendo
  • Sono contro ogni forma di abusivismo e di prevaricazione degli interessi privati a dispetto di quelli pubblici
  • Non collaboro ad alcuna forma di racket

«A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile.
Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina,
un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati.
Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa,
come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo.
Così è andata, e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei.
»
(Erri De Luca)